Isole Cook

Lontane da tutto, vicinissime a ciò che conta.

"Là dove finisce la mappa, comincia la verità.”

Robert Louis Stevenson

Lagune perfette, riti semplici, un tempo che si stende piano.

Le Isole Cook non si visitano per fare.
Si raggiungono per essere.
Appoggiate in mezzo al Pacifico come una promessa mantenuta, sono l’equilibrio tra l’invisibile e l’essenziale.
Rarotonga ti accoglie, Aitutaki ti sospende.
E tra le due isole si muove una vita che non rincorre nulla.
Solo il piacere di esistere nel ritmo giusto.

Rarotonga

La porta d’ingresso, ma già un mondo compiuto.
Un’isola vulcanica, verde e densa, dove il tempo non ha fretta e le distanze contano poco.
Il giro completo in auto dura meno di un’ora, ma ogni angolo merita una sosta: mercatini locali, spiagge silenziose, chiese piene la domenica, profumo di tiaré ovunque.
Le montagne dell’interno, con Te Rua Manga che svetta al centro, sono l’anima spirituale di Rarotonga.
E il perimetro è un susseguirsi di baie, villaggi, incontri e acque che cambiano colore ad ogni ora del giorno.
Non c’è spettacolarità gridata.
C’è un’armonia sottile, che non ha bisogno di essere spiegata.

Aitutaki

Una laguna che sembra disegnata per mostrare cos’è l’idea di paradiso.
Aitutaki è silenziosa, sottile, luminosa.
Qui si impara a riconoscere ogni sfumatura di turchese, ogni forma di luce riflessa sull’acqua.
One Foot Island è una delle icone, ma ogni motu ha il suo carattere.
Si naviga, si cammina, si galleggia.
E soprattutto, si dimentica.
Si dimenticano le notifiche, le liste, le misure, le urgenze.
Resta solo la distanza giusta tra l’essere e il sentire.
Aitutaki non è un luogo: è uno stato mentale.

Ogni viaggio inizia da una domanda.

Qual è la tua?

Scrivici e progettiamo insieme un’esperienza che ti rispecchi davvero. Non c’è un itinerario predefinito, c’è solo quello che senti dentro.